Fano

Balzando di stage in stage, siamo arrivati ad iniziare e compire anche quello dello scorso week-end, 6 aprile, a Fano. Fra poco piu’ di un mese vi sara’ lo Stage Internazionale Estivo di Pesaro, e questa piccola anticipazione ci ha permesso di assaggiare in anteprima l’atmosfera del mare… e molte specialità’ culinarie. Ho conosciuto la rana pescatrice, in particolare, che ho apprezzato enormemente. Ma non siamo qui a parlare di cibo… anche se molta parte degli stage ha il piacere dell’esplorazione di sapori e colori e delle variazioni sul tema.

No, siamo a parlare di un piccolo ed agguerrito gruppo di studenti, guidati da Gigi Tomassoni, che si appresta a diventare istruttore I Dang, per continuare a pieno titolo ad insegnare ai suoi allievi. Con soddisfazione, senz’altro, perché la determinazione e l’impegno di tutti li porteranno avanti con successo in questa strada intrapresa nell’entusiasmo ed ognuno con la sua motivazione, valida ed efficace. Il primo esame si avvicina per molti di loro, e conosco e mi prefiguro la trepidazione di questo nuovo inizio. La vita non si ferma, e prende forma in cambiamenti continui, frizzanti e fresche nuove direzioni da seguire. Dove ci porteranno? Intanto, al mare.

 

Fano

 

Stage di Torino 2019

Gli stage arrivano e terminano con una velocità su cui bisognerebbe fare degli studi approfonditi… Si vivono intensamente e subito sono arrivati al termine. Quest’anno a Torino abbiamo avuto un infortunio, degli esami importanti, vari assenti degli allievi locali per malattia, che ci e’ tanto dispiaciuto non incontrare; ci sono state le torte salate, le insalate, i dolci, il pane-e-Nutella, e ci sono stati i panini pensati e preparati da quegli angeli che ci hanno permesso di pranzare, rifocillarci, ed affrontare il viaggio di ritorno comodi, senza ritardi, in partenze addolcite dalla cura e dall’accoglienza degli amici torinesi.

Uno stage pieno, come sempre, di eventi, con gli insegnamenti del maestro Bao Lan e con giochi che, insegnandoci, ci hanno divertito e dato un sapore speciale ad ogni allenamento.

IMG-20190217-WA0000

Grazie Torino, ogni anno torniamo sempre più’ volentieri e ce ne andiamo con maggior dispiacere… Vi aspettiamo per ricambiare con affetto.

Anno del maiale

Ultimo segno dello zodiaco cinese: siamo entrati ieri nell’Anno del Maiale, ed in particolare il Maiale della Terra, dato che anche ciascun segno si iscrive in uno dei 5 elementi. Quest’anno e’ il momento della Terra, dunque, che regala al segno la popolarità fra gli amici, ed il loro aiuto nei momenti di difficoltà. Che, quest’anno, ci potranno essere proprio per i nati sotto quest’egida, dato che l’anno che corrisponde al proprio segno pare non essere mai molto fortunato: e’ ovvio, si offende di volta in volta Tai Sui, il dio dell’eta’. Ma portiamo pazienza, perché se si rimane calmi e concentrati sui propri obiettivi, e ci si avvale delle relazioni che il segno aiuta a creare, le cose si potranno affrontare con molta più’ tranquillità.

Nell’anno del maiale forse non si guadagneranno molti soldi, ma il maiale e’ un animale fortunato, ed allora sara’ possibile spenderlo, questo denaro, proficuamente, facendolo fruttare oculatamente e con uno sguardo al futuro. Sfide, coraggio, e successo.

Cosa dite, cosa facciamo in queste sere di inizio anno? Guardiamo il festival di Sanremo? O lo festeggiamo con gli amici, quelli veri, quelli che anche solo con il pensiero ci risollevano dagli affanni?

Viet Tai Chi nel Verde

A settembre, il giovedi sera dalle h. 18.00, riprendiamo i nostri incontri di inizio stagione, nel parco del Lungofersina: un’occasione per rivedere i “vecchi” colleghi ed incontrare amici nuovi, e per praticare il VTC nella sua cornice piu’ adatta, in mezzo agli alberi ed al canto degli uccelli. 

A molti il VTC durante la pausa estiva e’ mancato: e cosi’ si riprende con ritrovato entusiamo, con il desiderio di risentire nel proprio corpo i movimenti e l’energia che piano piano si fanno strada e ci riportano al respiro corretto e vitale.

Buon anno!

A Rovereto il Tai Chi si fa mondiale

E’ gia’ ormai da qualche anno che abbiamo il piacere di partecipare alla Giornata Mondiale del Tai Chi, e cosi’ noi, con il nostro VTC, andiamo ad incontrare altre realta’, altri Maestri, nuovi stili. Sabato 28 aprile a Rovereto I nostri due Istruttori Marisa Nones e Roberto Bertocco, che hanno un corso aperto proprio a Rovereto, hanno preso parte a quest’evento tenendo una piccola lezione della nostra disciplina e presentando in modo tecnico ed aggraziato la Forma di Sciabola, davanti ad un folto pubblico, fermo ad ammirarli.

Queste sono occasioni preziose di condivisione ed unione, come era stata anche quella a Cinte Tesino di qualche giorno prima, momenti in cui possiamo vedere altre proposte e conoscere diverse energie. Perche’ rimanere fermi, cristallizzati in noi stessi? Il Tai Chi e’ dinamismo, e’ movimento; il VTC e’ flessibilita’, apertura, respiro ampio e leggero.

E in mezzo al parco, fra le persone, si respira meglio.
 

IMG-20180428-WA0006

 

HARU no BUDO nel Tesino

La primavera ha accolto sfolgorante la prima edizione di un evento interessante: noi, che gia’ conosciamo i Gran Gala’ delle Arti Marziali, abbiamo potuto partecipare ad un’occasione simile anche nel Trentino, ed in particolare a Pieve Tesino, dove lo scorso week-end, 21 e 22 aprile, ha avuto luogo l’incontro di molte arti marziali per allenamenti condivisi.

Sui diversi tatami ogni scuola aveva un paio d’ore per introdurre la propria disciplina a chi volesse provare a conoscerla, e la formula, come gia’ in un’anteprima dello scorso anno, e’ stata decisamente indovinata.

L’asd Le tre distanze ha portato pochi atleti, purtroppo – ma c’erano in concomitanza gli esami nazionali di Viet Vo Dao e molti erano impegnati con stage e rotture di tavolette … La parte piu’ bella per noi, pero’, e’ stata che hanno potuto venire due allievi di fresca nomina di VTC, entusiasti del VVD che hanno provato in quest’occasione e che, sono certa, vorrebbero introdurre almeno nel riscaldamento delle lezioni …

E tanti bambini, (li fanno sempre piu’ piccoli), che hanno fieramente affrontato con la semplicita’ che li caratterizza ogni disciplina adattandosi e dandosi da fare, calati nel presente in un modo che tutti dovremmo imparare ad adottare.

Un ringraziamento caldo e dovuto va al Maestro Mario Spillere ed alla sua Accademia Fodoushin per l’impegno e l’entusiasmo profusi, ed al Maestro Ven Seiun per la disponibilita’ ed il supporto calmi ed efficaci.

Oroscopo cinese

Non paghi del Carnevale, c’e’ un nuovo appuntamento festoso in vista. Stiamo infatti per entrare in un nuovo anno per l’oroscopo orientale: dal 16 febbraio, e fino al 4 febbraio 2019, lo zodiaco cinese ci porta nell’Anno del Cane. Dato che poi ogni segno zodiacale si associa ad uno dei 5 elementi, veniamo a sapere che il Cane si lega alla Terra, e sara’ un anno quindi Cane terra yang. Questi i dati “tecnici”; ma come sono gli appartenenti a questo segno? Questa domanda dovrebbe interessare soprattutto chi non appartiene al segno, poiche’ chi vi e’ nato dovrebbe conoscersi… Ma succede spesso, se non il contrario, almeno un fatto parallelo, che ciascuno di noi ama molto sentir parlare delle proprie caratteristiche, e chissa’ che questo alla fin fine non aiuti a conoscersi un po’ di piu’.

E dunque, i nati nel segno del Cane, ovvero negli anni (etc.) 1946, 1958, 1970, 1982, 1994, 2006, 2018, sono persone obiettive, idealiste, calme e riservate; hanno un forte senso della giustizia, danno e chiedono lealta’, procedono nei loro obiettivi con determinazione ed abilita’ nella preparazione e nella progettualita’. Solo aspetti positivi, dunque? Va bene, possono essere un poco rigidi poiche’ si basano molto sul loro metro di valori peccando, forse, di poca flessibilita’, anche se da un punto di vista pratico la dimostrano perche’ si conformano, alla fine, alle regole della maggioranza. Possono anche risultare non abbastanza sentimentali per certi aspetti, ma disponibili a valutare di volta in volta cio’ che si pone alla loro attenzione e cercare di risolverlo senza che insuccessi o cadute li facciano desistere.

E l’intero anno, come sara’ per tutti?! Prepariamoci all’impegno, perche’ sara’ un anno tutto sommato buono ma faticoso. Il nuovo periodo portera’ cambiamenti ed opportunita’, sia finanziarie che in campo sentimentale. Sara’ un anno felice per i progetti che preparano il futuro, e vedra’ progressi anche nel campo del sociale e del riconoscimento dei diritti veri, specie alle donne. 

C’e’ una nota dolente che vale sempre: l’anno del proprio segno non e’ tendenzialmente un anno fortunato, quindi i Cani  dovranno prendersi cura nel 2018 di tutti gli aspetti della propria vita, per evitare inciampi nella felicita’: salute, sentimento, finanze, incidenti fisici, tutto deve essere portato all’attenzione in modo speciale, cosi’ da placare Tai Sui, il dio dell’età nella mitologia cinese, che nell’anno del segno di nascita di ciascuno pare essere piuttosto suscettibile…

 

Oggi a Trento

Oggi a Trento (l’inizio dell’articolo uguale al titolo e’ ripreso pari pari dal Dolce Stil Novo…) si respira il Van Ba, dove l'”essenza nascosta”, il suo personale Tinh Mat, ovvero, il vento – porta via foglie e pensieri, e non si vede ma se ne percepiscono gli effetti, come nel Tao. Una manifestazione cosi’ potente che in altre citta’ ha un nome tanto e’ frequente, mentre qui e’ piu’ raro e non certo autunnale. Allora lo si puo’ godere in modo inaspettato, o farsene trascinare un po’ contrariati, a seconda che piaccia o dia, piuttosto, fastidio. Il vento non si vede ma si sente, lo si vede nei turbinii di foglie e pensieri, appunto: forse e’ per questo che a qualcuno non piace, troppa velocita’ e poco controllo di quel che passa per la mente, qualche squilibrio del Meridiano di Fegato che e’ squilibrio anche per coloro a cui invece il vento piace… Ma riusciremo a governarlo, questo vento, e arriveremo all’altra sponda con ali forse un po’ spettinate, ma doppie.

In pulmino a Torino

Un bel gruppo di allievi ed istruttori e’ approdato allo Stage Internazionale di Torino il w.e. del 17-18 febbraio 2017, provenienza Trento e Bolzano, organizzati addirittura in pulmino!

IMG-20170219-WA0041

E le emozioni dello stage sono state tante. La prima: Silvia Nones, allieva di Trento, ha ricevuto la cintura rossa e nera, con grande soddisfazione per la bella tesi elaborata e la prova pratica che aveva gia’ sostenuto alcuni mesi prima.

E poi, un altro evento che e’ stato decisamente speciale: l’attribuzione del Nome d’Arte a due allievi storici, i miei piu’ vecchi allievi del corso di Trento, Marisa e Roberto, con cui il Maestro Bao Lan mi ha fatto l’onore di iniziare la mia generazione di allievi di “famiglia”. I nomi, belli e adatti, sono rispettivamente Khiem Ly, La modestia elegante, e Tue Ly, La lucidita’ illuminata. E’ stato l’inizio di un’epoca, la prima generazione di maestri ha a sua volta spiccato un volo.

La Maestra Eliana Talamona ha organizzato un altro momento di grande successo: l’affluenza, l’atmosfera, lo spirito allegro, il duro lavoro durante tutto lo stage sono stati un esempio per tutti coloro che si impegnano per far riunire allievi e maestri in un ambiente favorevole ed accogliente.

Grazie, Eliana!

IMG-20170219-WA0039

L’importanza degli stages

Varsavia 2016

Un tema che mi sta a cuore e’  la ragion d’essere degli stages. Vi sono degli elementi noti e ormai forse (ma non per tutti) scontati: l’importanza di allenarsi intensivamente e a volte insieme a Maestri diversi, il privilegio di imparare forme fuori programma, l’entusiasmo di chi si avvicina alle Armi Tradizionali per la prima volta, la possibilita’ di approfondimento di temi gia’ conosciuti, la scoperta di elementi sempre nuovi all’interno degli insegnamenti gia’ in nostro possesso. 

Vi sono anche altre considerazioni, pero’, da fare. Con l’allargarsi della comunita’ del VTC, per esempio, spesso gli stages si tengono in luogo altro rispetto a dove si vive e si pratica usualmente. Questo si rivela solo raramente uno svantaggio: una volta usciti dal guscio, anzi, e’ uno degli elementi che attraggono maggiormente, che divertono, che operano quei cambiamenti che tanto si predica che facciano bene all’animo. Staccarsi dalla routine, fare un viaggio pur breve, allontanarsi dai soliti luoghi di azione: fa bene, aiuta nel coltivare quella flessibilita’ che il VTC tanto stimola. E, dato che in molti siamo sentimentali, si intrecciano legami nuovi con posti e persone, e subito diventano tradizione la cena in quel certo ristorante, la sauna nel tal centro benessere, la passeggiata o l’aperitivo a quella certa ora.

Come per l’assoggettarsi a sostenere un esame di VTC (il primo!), nessuno ha mai rimpianto di aver partecipato ad uno stage, mentre molti si sono rammaricati di non aver deciso il salto fuori dal nido della propria palestra e degli sguardi ormai abituati dei propri compagni di corso: come se delle persone sconosciute, nella stessa “barca” del VTC, si siano mai scandalizzate per errori o imprecisioni degli altri… E si impara anche questo, che e’ la simpatia il registro che regola e regge gli sguardi di ciascuno sia presente all’allenamento.

Quello che uno sa a livello conscio e razionale non corrisponde necessariamente alla percezione dello stesso concetto quando lo si coglie a livello inconscio, o quando lo si tocca con mano: Lo so, che agli stages si partecipa in tanti, si sostiene. Poi si va li’, e si e’ circondati da un centinaio di persone che hanno in comune magari solo questo, ma non e’ “solo” questo, e’ “addirittura” questo. E’ totalizzante, siamo li’ per quello, per quell’energia che viaggia dagli allievi di tutti i livelli agli istruttori di ogni grado e viceversa, riverberandosi dagli uni agli altri sempre nuova, arricchita, modificata nel sapore e nell’atmosfera. E allora, non importa, se non si e’ cosi’ bravi o anche se si e’ molto bravi ma ci si e’ dimenticati quella forma o non si sta riuscendo a memorizzare come al solito. Non importa, perche’ quello che rimarra’ dello stage e’ fatto forse solo del 30% della sequenza appresa, il resto e’ l’aver imparato ancora un po’ di piu’ ad imparare.

E infatti: cosa si impara dagli stages? Tecnica, naturalmente, sequenze e forme. E poi tutto il resto: la pazienza, con se stessi e con gli altri; la capacita’ di comunicazione, perche’ ci si confronta con chi spiega che a sua volta deve esporre con garbo ed efficacia quel che vuole proporre; la tolleranza, nel dividere lo spazio ed il tempo con tante altre persone, ognuna con le sue esigenze e peculiarita’; la concentrazione, che deve soccorrerci nel recepire e ricordare il piu’ possibile; la resistenza, fondamentale per non soccombere, se non allenati, a tante ore di allenamento intenso e complesso; la fiducia, all’inizio di tutto, nel fidarsi di chi invita a partecipare, anche “se solo alle prime armi”… Ognuno impara quel che gli compete: nuove forme, o resistere alla fatica, come insegnare quella certa tecnica, o come distendere l’atmosfera affaticata. E chi ha occhi attenti vede che negli stages si e’ tutti fondamentalmente allo stesso livello, perche’ a turno si puo’ essere allievi alla pari nell’apprendimento di una certa forma o di tecniche particolari.

E’ un’illusione come quella della professoressa Umbridge, di vedere “tante faccette felici” ?! Non credo. Gli stages sono sempre colmi di gioia, ed e’ la gioia che deriva dall’aver faticato insieme ad altri ed aver condiviso tanti momenti e i piu’ diversi, perche’ facenti parte di molteplici individualita’, caratteri, sense of humor, sguardi brevemente oscurati dalla fatica di una posizione seduta.. e sorrisi.